Poste italiane, manifestazione 25 ottobre: la nota del Segr. Vito Battista

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Care compagne e cari compagni,

voglio esprimere i più sentiti ringraziamenti e complimenti a tutti gli iscritti alla CGIL settore Poste. Come sapete sabato 25 ottobre si è svolta una manifestazione di enorne portata e di un profondo significato sindacale e politico. Uno straordinario fiume umano di colore rosso ha invaso le strade della capitale e tutti, in special modo il Presidente del Consiglio, hanno sentito forte la nostra voce. Un grazie particolare va alle donne e uomini postali per il loro grande contributo per la migliore riuscita della manifestazione. Il grazie va sia a coloro i quali si sono sobbarcati il defatigante viaggio in pullman sia a chi ha voluto ugualmente contribuire acquistando i tagliandi della sottoscrizione per autofinanziare l’iniziativa ( quasi 300 tagliandi staccati tra i lavoratori e le lavoratrici di poste ). Grazie a chi ha potuto partecipare alla bellissima assemblea svoltasi al CMP di Bari alla presenza del segretario generale della Camera del lavoro metropolitana. Un grazie a chi ha deciso e decide di starci accanto perché comprende la portata della sfida e sa che sui diritti con la Cgil non ci fanno compromessi. Un grazie alle compagne e ai compagni che ogni giorno sottraggono tempo prezioso alle loro famiglie e ai loro affetti personali per dedicarlo a costruire un mondo migliore e più equo. Perché un mondo migliore non solo è possibile ma è anche necessario.

Il 25 ottobre è ricominciato un cammino. Nei prossimi mesi saremo chiamati sicuramente ad altre azioni di lotta per arginare la deriva padronale che sta assumendo la politica del governo Renzi per cui da domani saremo tutti impegnati sui nostri posti di lavoro a provare a scuotere le coscienze di molti colleghi per coinvolgerli in futuro perché siamo convinti che in politica come nel sindacato e in ogni aspetto della vita non siamo tutti uguali. Noi siamo diversi.

AL LAVORO E ALLA LOTTA COMPAGNI!

Un abbraccio sorelle e fratelli nel LAVORO, ancora grazie.

Vito Battista, Segretario SLC CGIL Bari

Una breve Cronaca della giornata:Repubblica 26 ottobre ’14“.

La Cgil, un milione in piazza contro il Jobs Act. Camusso: “Avanti anche con sciopero generale”

“Al lavoro e alla lotta”. Avanti con la protesta perché “non siamo tristi e non siamo scoraggiati. Nessuno, neanche questo governo potrà cancellare la voce del lavoro”. Lo scontro sull’articolo 18 non si ferma qui, né si fermerà “con l’ennesima fiducia che l’esecutivo chiederà in parlamento”. L’intenzione dichiarata a piena voce dinanzi a un milione di persone (le stime sono quelle degli organizzatori) è di procedere verso lo sciopero generale. E per sostenere “le richieste” inoltrate a Matteo Renzi in tema di lavoro e diritti, la Cgil oggi si dice pronta a “usare tutte le forme necessarie”, perché noi “non difendiamo solo chi le tutele le ha già, ma chiediamo che” quelle esistenti “siano estese a tutti”.

Dinanzi a una piazza che, quanto a numeri, ha risposto in maniera convinta – e da tutta Italia – alla chiamata lanciata dal sindacato contro un jobs act.

Salita sul palco dopo le testimonianze di tredici lavoratori, la Camusso è partita in quarta. Ha esordito dicendo “qui non ci sono camicie bianche, qui ci sono i colori del lavoro”. Poi ha attaccato in modo diretto Renzi che “ha usato toni non rispettosi di questa piazza” e non ha risparmiato neanche il finanziere Davide Serra, ospite peraltro alla Leopolda, “che si permette di dire che bisogna intervenire sul diritto di sciopero…Ma quel costo è del lavoratore, non dei finanzieri”.

Noi – ha ribadito con addosso la maglietta bianca e rossa di ‘Io sono Marta’ – non deleghiamo a nessuno il tema del lavoro. A chi è ossessionato dal numero 80 (i bonus, ndr) rispondiamo dicendo che noi siamo ossessionati dalle percentuali di disoccupazione. Bisogna fare delle scelte, questa piazza è di chi ama il lavoro, di chi lo soffre e di chi lo cura. Senza lavoro buono, con diritti, salario e certezza del futuro, si arretra”.A ruota, l’affondo è dedicato alla legge di Stabilità che “continua a essere costruita con qualche bonus in più ma che non basta. Troppo comodo non guardare a dove si annidano la corruzione e l’evasione. Noi siamo l’unico Paese europeo che non ha una tassa sulla ricchezza. Ci scontriamo con un governo che, per uscire dalla crisi, pensa sempre alla via più bassa. Non va bene che il premier dica all’Ue le cose che poi non fa in Italia. Cominciamo a costruire una strada per il Paese è a porre vincoli per investire in Italia. Bisogna avere il coraggio di non limitarsi a contrattare solo 0,3 decimi…”. Ma non è tutto: “Matteo stai sereno”, gli dirà poco più avanti, quando racconterà alla piazza di non avere “rimpianti” per la decisione presa dal premier di non usare più la sala Verde di Palazzo Chigi per il prossimo incontro sindacale di lunedì.

La Camusso rincara la dose a difesa dell’articolo 18 puntando il dito contro Confindustria: “Nessuno in buona fede può dire che licenziando si crea occupazione. Stiamo forse organizzando il festeggiamento delle imprese? La funzione di un governo è stare dalla parte di chi è più debole”. Nel mirino – in un passaggio rapido – anche la riforma della giustizia: che riforma è, chiede, se non contempla il falso in bilancio?

Forte la presenza dei giovani che hanno aperto la manifestazione e fatto da “testa” a tutto il corteo.

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