Premessa:
In Italia si sa la situazione attuale sotto molti punti di vista è quella che è, una società quasi allo sbando che vive quotidianamente la proprià realtà sotto il nome de “l’importante è che non succede a me” o “vabbeh l’ho dovuto fare altrimenti avrei passati i guai” o peggio “meglio quello che niente”. Il termine destrutturazione è il miglior termine che si possa utilizzare in questo momento per spiegare tutto ciò che ha portato i membri di una comunità all’interno di un territorio (e che territorio…) a tutta questa evidente regressione morale. Ormai è destrutturato tutto, partendo dai valori e dall’educazione all’interno della comunità famiglia, proseguendo per la destrutturazione della moralità nei rapporti interpersonali che ogni singolo membro della comunità intrattiene e naturalmente la destrutturazione di tutto ciò che ne consegue politica, classe imprenditoriale, mondo del lavoro. Riuscire a mantenere il focus sul bene ed il male o se si preferisce su cosa è giusto o sbagliato è davvero un’impresa titanica.
Naturalmente i frutti di tutto questo raccolto sono amari, amarissimi.
Se il mio ruolo nella comunità è quello di mantenere le strade pulite, a prescindere dalle basse logiche del dio denaro, una volta assunta la responsabilità, il mio impegno quotidiano sarà quello di garantire le strade pulite a tutta la comunità. Si tratta di dignità umana che è la base dei valori morali dell’individuo e quindi del rispetto nei confronti del prossimo.
Se una persona si assume la delicata responsabilità di intraprendere il ruolo di “divulgatore”,qualunque esso sia a partire dal ragazzo che scrive per la prima volta sul giornaletto della scuola per finire al Super Editore arci ricco ed arci noto, si assume la stessa responsabilità che si è assunta la persona che manterrà le strade pulite.
Niente di più che un servizio al prossimo ed alla comunità, in linea sempre con i valori morali che dovrebbero essere la nostra più grande ricchezza. Non è assolutamente comprensibile il comportamento che un’intera categoria di persone (i giornalisti) hanno riservato rispetto a tematiche che non posso essere trattate con leggerezza. Un cantautore italiano in una canzone qualche tempo fa scriveva “siamo la vergogna che fingiamo di provare”.
Per tutto questo è nato questo documento, una Lettera Aperta: