Si è svolto questa mattina un sit-in dei lavoratori part time postali sotto la sede regionale di Poste Italiane in Via Amendola a Bari. La protesta dei lavoratori è rivolta a sovvertite la decisione aziendale unilaterale di non attingere piu dalla graduatoria degli stessi per effettuare le trasformazioni da part time a full time che dava certezza di diritto a tutti. La manifestazione unitaria di tutti i sindacati dei postali è stata molto partecipata ed ha visto ancora una volta unito il fronte sindacale. Insieme ai lavoratori c’era l’on. Dario Ginefra del Partito Democratico che nella giornata di ieri ha presentato al ministro delle infrastrutture un’interrogazione parlamentare urgente nella quale si chiede il ripristino delle regole nelle relazioni industriali in Poste oltre a chiedere garanzie per la tenuta occupazionale in vista della paventata nuova quota di azioni da privatizzare. In Italia i part time novelli precari di poste sono oltre 10000 di cui circa 800 in Puglia e 300 solo a Bari. Il sindacato e i lavoratori vogliono regole certe, tra l”altro già condivise in passato con l’azienda, non arbitri aziendali. Inoltre la imminente privatizzazione totale di Poste preoccupa ancor più i sindacati perché potrebbe avere ricadute sui livelli occupazionali e soprattutto i lavoratori più deboli e meno tutelati come i part time.
Il sindacato e la CGIL in particolare non arretreranno sulla tutela dei diritti del lavoro- ha dichiarato il Segretario Generale SLC CGIL Bari Vito Battista – sempre più vilipesi e oltraggiati da un ceto padronale arrogante e refrattario al dialogo e alla partecipazione. La lotta democratica ed il pensiero critico alimentano la democrazia e danno voce ai deboli della storia dell’umanità, una storia scritta finora sempre dal punto di vista dei più forti. Contribuisci con la tua partecipazione alle nostre azioni di lotta per scrivere una pagina più equa e più giusta della storia dei più deboli e meno tutelati. Solo così potremmo sperare diventare protagonisti di un mondo migliore.
Di seguito riportiamo il testo dell’Interrogazione parlamentare dell’On. GINEFRA (PD) del 28/07/2016, rivolta al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti:
Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
Premesso che:
- Il Gruppo Poste Italiane è la più grande azienda di servizi del Paese e si qualifica come tale non solo per le sue dimensioni, i suoi asset strategici e i suoi primati produttivi, ma anche per la sua funzione sociale;
il 15 dicembre 2015, come previsto dalla legge di stabilità 2015 e dopo il parere parlamentare espresso dalla Commissione Trasporti nella seduta del 5 agosto 2015, è stato pubblicato il Contratto di programma 2015-2019 tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la società Poste italiane S.p.a. per la fornitura del servizio postale universale;
– il Governo ha annunciato il prosieguo del processo di privatizzazione del Gruppo mutando gli assetti proprietari e conferendo il 35% di azioni in Cassa Deposito e Prestiti;questa decisione, come è emerso dalle recenti audizioni in seno alla Commissione Trasporti della Camera, ha destato non poche preoccupazione e la contrarietà delle OO.SS.;
tra le preoccupazioni principali quelle della progressiva dismissioni del servizio di recapito peraltro oggetto di impegni specifici dell’azienda nel sopra menzionato contratto di servizio;
la riorganizzazione del servizio di recapito, già avviata in alcune Regioni e in fase di attivazione in altre, comporterà un taglio delle zone stimato in un 30-40%, con la conseguente generazione di eccedenze di personale che potrebbero essere considerate esuberi;
l’atto che ha sancito la suddetta riorganizzazione, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, avrebbe dovuto prevedere l’attivazione di investimenti destinati all’ammodernamento del servizio e alla diversificazione delle attività: sembrerebbe tuttavia che nelle Regioni in cui tale riorganizzazione ha avuto inizio, circa il 60% del territorio nazionale, l’accordo non sarebbe mai realmente entrato in vigore generando disservizio e accumulando grandi quantitativi di posta giacente;
si apprende, altresì, che sia il servizio di recapito sia quello di sportello soffrono di una carenza cronica di personale che si aggrava nel periodo estivo;
Il 23 luglio u.s.,con una nota a firme congiunte, i sindacati confederali dei postali hanno denunciato che “l’accordo Nazionale sottoscritto il 12 giugno 2015 sulla riorganizzazione di M.P., prevedeva tra l’altro un piano di trasformazione di n° 480 unità da part-time verticali a full-time su tutto il territorio Nazionale e in particolare di n° 66 unità in Puglia. Il piano è stato implementato in due momenti successivi: giugno e settembre 2015”;
Il percorso prevedeva “la possibilità di aderire ex-novo alla clausola elastica redigendo graduatorie eque e cristalline in base alla effettiva presenza in servizio dei part time”;
“in maniera del tutto casuale” – proseguono nel documento – “siamo venuti a conoscenza di imminenti trasformazioni sul territorio del Sud1 senza essere stati informati dettagliatamente circa i territori interessati, il numero preciso delle trasformazioni oltre che dei criteri da adottare sui territori per l’individuazione delle risorse part time coinvolte”;
Solo a seguito di una richiesta di convocazione urgente avanzata dalle OO.SS., si è svolto un incontro presso la Sede Regionale pugliese dell’Azienda per conoscere le province interessate al processo, il numero del personale coinvolto e i requisiti necessari;
Poste Italiane avrebbe comunicato che le trasformazioni riguarderebbero i soli lavoratori applicati su MP e le province interessate saranno quelle di BARI-BAT con 16 unità coinvolte, BRINDISI con 8 unità e LECCE con 9 unità.;
la nuova procedura gestionale prevederebbe a detta delle OO.SS., “esclusivamente criteri discrezionali unilaterali Aziendali: titolo di studio, valutazione aziendale dei lavoratori interessati, anzianità di servizio e effettiva presenza in servizio (adottando gli stessi requisiti previsti per il Premio di Risultato)”;
le assegnazioni sarebbero previste a breve;
le OO.SS. in maniera unitaria avrebbero rappresentato ferma e dura contrarietà rispetto al progetto di trasformazione part time – full time annunciato da Poste Italiane chiedendone la immediata sospensione. Il tutto pechè l’intero progetto presenterebbe “gravi aspetti di arbitrarietà e discriminazione, sottende un inconfutabile principio di sottomissione e riduzione a schiavitù del lavoratore part time rispetto alla possibilità consegnata unicamente nelle mani del datore di lavoro di migliorare o peggiorare la sua condizione di vita, instaura un visibile principio di discriminazione e disparità di trattamento tra lavoratori appartenenti allo stesso contingente ma che a distanza di pochi mesi subiranno trattamenti valutativi e di selezione assolutamente differenti, interessa solo una parte del territorio pugliese lasciando inspiegabili deficit su Taranto e Foggia . Inoltre non va sottaciuto l’intento provocatorio aziendale dimostrato dal fatto che in fase di rinnovazione contrattuale che attiene anche al tema dei part time e delle relative regole contrattuali di trasformazione decide pervicacemente e paradossalmente di procedere in modo unilaterale e discrezionale”;
Poste Italiane, nonostante tutto, avrebbe confermato il prosieguo del procedimento;
nella giornata di domani le OO.SS. avvieranno una mobilitazione a Bari dove è previsto un sit-in e si riservano di valutare eventuali azioni giudiziarie per atteggiamento antisindacale riveniente dalla mancata contrattazione su tematiche inerenti le politiche occupazionali.
Tanto ció premesso si chiede al Ministro interrogato:
se quanto riportato in premessa corrisponde a verità e se il Governo ne sia a conoscenza;
se il Ministro non ritenga di dover attuare opportune forme di monitoraggio e controllo affinché la ristrutturazione in atto in Poste Italiane non metta a repentaglio i posti di lavoro e il servizio di recapito postale e di sportello;
se non ritenga di promuovere presso Poste Italiane le necessarie azioni affinché vi sia pieno rispetto degli accordi intrapresi con le OO.SS. in tema di personale dislocato presso ciascun ufficio e di investimenti da realizzare per promuovere l’ammodernamento e la diversificazione del servizio;
se non ritenga di farsi parte attiva per sanare la controversia tra Poste Italiane e le OO.SS. attivando un tavolo di confronto tra le parti interessate, principalmente sui temi di una congrua dotazione di personale in tutti gli uffici e della erogazione di un servizio, di consegna e di sportello, tempestivo, efficiente e preciso.
Roma, 28 luglio 2016
On. Dario Ginefra